Campari di Novi Ligure: un moderno stabilimento ad avanzata automazione per la produzione di spumanti, vini liquorosi e liquori per i marchi Campari e Cinzano. Progetto, realizzazione e layout produttivo di Moretti Costruzioni.
Semplice e razionale nelle sue forme, ma al tempo stesso dotato di una forte personalità che si trasmette fin dal primo impatto. Così si presenta il nuovo stabilimento Campari SpA di Novi Ligure: un complesso industriale di 41 mila metri quadri suddivisi fra reparti produttivi, magazzini, utilities e uffici, il più grande nel suo genere a livello europeo. Qui, a partire dall’agosto 2003, sono attive le prime tre linee di produzione ed imbottigliamento di spumanti e vermouth a marchio Cinzano, Biancosarti, Jägermeister e Cynar. E sempre qui, nei prossimi mesi, verrà concentrata l’intera attività produttiva del gruppo, con l’accorpamento anche delle produzioni di Campari e CampariSoda, attualmente ubicate nello storico stabilimento di Sesto San Giovanni. A regime vorrà dire otto linee di imbottigliamento in funzione, 130 dipendenti, una potenzialità di 160 milioni di bottiglie l’anno. È naturale, quindi, che in casa Campari lo considerino un vero “fiore all’occhiello”. Ma per chi, come Paolo Cavallo, direttore gestione immobili e assicurazioni della Campari, ne ha seguito passo dopo passo il progetto e la realizzazione, questo complesso produttivo rappresenta molto di più: “È una sfida portata a termine con successo in tempi estremamente ridotti, la concretizzazione di un’idea a cui hanno collaborato centinaia di persone, la testimonianza che, attraverso un convinto lavoro di squadra, è possibile ottenere risultati addirittura superiori alle attese. E in questo la collaborazione che, come Campari, abbiamo ottenuto dalla Moretti SpA e dai suoi uomini, è stata per molti aspetti determinante”
La scelta di Novi Ligure quale sede della nuova “Casa Campari”
Proprio la Moretti SpA si è infatti occupata della fornitura “chiavi in mano” dell’intero complesso. Una decisione importante, quella assunta dalla Campari, in funzione degli obiettivi che si poneva: costruire cioè un sito produttivo all’avanguardia per tutti i marchi del gruppo. “In realtà – continua Paolo Cavallo – in un primo tempo l’interesse della Campari era indirizzato esclusivamente a realizzare uno stabilimento per i prodotti Cinzano, marchio acquisito nel 1999 dalla United Distillery Vinery. Solo strada facendo abbiamo deciso di cogliere l’opportunità offerta dallo stabilimento di Novi Ligure per una riorganizzazione delle nostre attività produttive di gruppo, creando le condizioni per accorpare nel nuovo complesso anche le linee dislocate a Termoli e quelle dello storico edificio di Sesto San Giovanni”.
E proprio la capacità della Moretti SpA di adattarsi all’evoluzione delle esigenze del comitato tecnico costituito da Campari con la presenza di tutte le funzioni aziendali interessate all’operazione è stato uno dei principali fattori competitivi che hanno reso premiante la scelta fatta dal gruppo milanese di affidarsi alla Moretti SpA come general contractor: “Una scelta – commenta ancora il direttore gestione immobili della Campari – fatta sulla base di una proposta che ci sembrò la più affidabile tra le molte vagliate. E che si è rivelata vincente nei fatti: da parte della Moretti SpA vi è stata sempre massima collaborazione a rispondere alle esigenze che maturavano durante l’operazione, con modifiche ed implementazioni significative”.
Ciò potendo comunque sempre assicurare il rispetto dei tempi previsti, per quanto ristretti: avviati i lavori il 7 gennaio 2002, a fine dicembre di quello stesso anno venivano completati gli edifici produttivi, mentre nell’agosto 2003 veniva consegnata anche la palazzina uffici. Il 15 aprile 2004, così, presenti i vertici del Gruppo Campari, il Sottosegretario alle Politiche agricole e forestali On. Teresio Delfino, il Presidente della Regione Piemonte Enzo Ghigo e l’Assessore regionale all’Ambiente e Agricoltura Ugo Cavallera, il Presidente della Provincia di Alessandria Fabrizio Palenzona, il Sindaco di Novi Mario Lovelli e il Presidente di Enoteca d’Italia Pier Domenico Garrona, veniva inaugurato ufficialmente l’edificio.
Il lavoro di squadra interno alla Moretti SpA fattore di successo
La sfida era vinta. Anche grazie alla capacità della Moretti SpA di coniugare con perfetta sincronia l’attività delle sue diverse divisioni: in particolare la progettazione esecutiva, la gestione della produzione di tutti i componenti, in cemento armato e legno lamellare, e la conduzione del cantiere con la gestione di tutta la “supply chain” dei propri fornitori.
Ciò ha permesso di gestire le diverse fasi, dalla progettazione alla consegna chiavi in mano dell’intero complesso, in tempi estremamente ridotti.
Ma la soddisfazione verso il risultato conseguito va ben oltre: “La Moretti SpA – conclude Cavallo – ha dimostrato di saper realizzare un edificio industriale con caratteristiche razionali, conferendogli però una grande personalità. Sia giocando su piani diversi a livello di superfici, sia con colori e materiali che denotano grande attenzione all’estetica e alla funzionalità”.
Scelte costruttive ed architettoniche che coniugano estetica e funzionalità
Razionalità e personalità, dunque, insieme per Campari. E gli esempi a questo riguardo sono numerosi.
A cominciare dalla scelta del modulo strutturale prefabbricato che caratterizza l’intero complesso: la copertura a Doppia Pendenza. Si tratta di un modulo che, opportunamente rivisitato dalla Moretti, abbina numerosi vantaggi funzionali ed economici, particolarmente importanti in considerazione sia dell’estesa superficie dell’intervento, sia delle sue caratteristiche d’utilizzo. In particolare sono state utilizzate travi da 30 m con interasse da 10 per i reparti dedicati ai magazzini e all’imbottigliamento, e travi da 24 m per le cantine: tutte dotate delle opportune forometrie per il passaggio degli impianti.
Particolare attenzione è stata riposta alla sicurezza: lo testimonia l’impiego di pareti tagliafuoco (REI 120’) che separano tra loro le cantine.
Anche la suddivisione fra l’area cantine, il tunnel tecnologico e l’area magazzino/imbottigliamento è realizzata con una pannellatura tagliafuoco (REI 120’), che corre longitudinalmente per tutta la lunghezza dell’edificio (200 m), che porta i 2 solai divisori e pedonabili del tunnel tecnologico.
Sempre all’insegna della razionalità è l’eliminazione dall’interno dell’edificio di ogni discesa di pluviali, utilizzando canali di gronda di opportune dimensioni e pendenza per portare l’acqua all’esterno del complesso.
Per un’ottimale illuminazione e aereazione dell’edificio principale sono stati posti sul colmo delle travi cupolini sollevati con serramento a nastro.
Anche sotto il profilo architettonico il nuovo stabilimento Campari di Novi Ligure si segnala per la sua razionalità, data in questo caso dal ritmo del movimento delle facciate, caratterizzato dal riproporsi di un disegno “a portale”, dimensionato sulla base del modulo di progettazione e rifinito in graniglia di marmo zandobbio lavato.
Questi portali si collocano in aggetto sulla superficie delle pareti sfondate in colore “blu Campari”, ora in cemento disegnato a quadrotti, ora interessata dalla presenza di portoni sezionali motorizzati, segnati da pensiline sporgenti e collegati da elementi traslucidi.
Identiche scelte architettoniche e cromatiche si leggono anche nelle palazzine uffici, che si elevano per due piani fuori terra e un seminterrato e, all’interno, presentano solai su tutta la larghezza senza pilastri intermedi.
Una efficiente e razionale collocazione delle linee di produzione
Alla base del progetto dello stabilimento Campari di Novi Ligure sta un attento studio dei percorsi e dei flussi delle merci e delle persone fra i diversi reparti, che connota le scelte progettuali in tema di organizzazione degli spazi. L’edificio principale, che occupa una superficie di 37.695 m quadrati, appare suddiviso in due porzioni, che si sviluppano entrambe su una lunghezza di 200 m, da un “tunnel tecnologico” con luce da 10 m disposto su due livelli, in cui trovano posto al piano terra laboratori, servizi e magazzini, mentre al piano superiore corrono tutti i condotti degli impianti tecnologici. Rispetto a questo asse centrale, che costituisce la colonna vertebrale dello stabilimento, avviene la distribuzione degli spazi secondo la sequenza del flusso del processo produttivo. Sul lato sinistro, procedendo da sud, sono collocati il magazzino per i vuoti, i reparti di imbottigliamento con otto linee produttive e il magazzino dei pieni. Sul lato destro, invece, sempre in successione, si incontrano le cantine per la produzione dei vini, quelle per i vermouth e quelle per i liquori. L’edificio centrale si collega a sud, mediante una tettoia in legno lamellare sopra la quale passano in un pipe-rack i condotti degli impianti, con la palazzina tecnologica. In questa costruzione, che si sviluppa su un’area di 2.254 m quadrati, sono poste la centrale idrica per il trattamento delle acque, la vasca per l’impianto antincendio, la centrale elettrica per il reparto utilities, la centrale aria compressa, la centrale termica, la centrale di raffreddamento, la centrale frigorifera e un’officina.
L’inserimento del legno lamellare aggiunge luce e calore
Non solo cemento armato. Nel nuovo complesso Campari di Novi Ligure, ad integrarsi con le strutture in edilizia industriale, compare anche il legno lamellare. Una scelta, questa, che si spiega con la volontà dei progettisti di utilizzare, per la copertura di due aree esterne collocate in altrettanti punti nevralgici dell’intervento, con materiale capace di abbinare funzionalità ed estetica, leggerezza e resistenza. A progettare e realizzare queste due coperture è stata la Moretti Interholz, azienda che fa capo alla Moretti SpA, dal 1985 punto di riferimento in Italia per le tecnologie di lavorazione del legno lamellare.
Le strutture in legno, come detto, sono collocate in due snodi particolarmente importanti del lay-out dello stabilimento, con la funzione di elementi di collegamento e copertura.
Nel primo caso la tettoia funge da raccordo estetico fra i corpi delle due palazzine uffici a tre piani, poste proprio all’ingresso del complesso Campari: questa struttura a ponte, simile ad un grande portale, segna così profondamente l’architettura del fronte dello stabilimento, comunicando a chi vi accede solidità ed eleganza. L’altra struttura in legno lamellare collega invece l’edificio principale con la centrale tecnologica, realizzando così un manto di copertura funzionale ad agevolare le operazioni di scarico delle materie prime e dei vuoti.
Per la loro costruzione sono state utilizzate travi rettilinee ad H con passo da 2,50 e cupolino in materiale traslucido: tale scelta conferisce loro un impatto estetico di grande leggerezza, nonostante l’ampia superficie su cui entrambe si sviluppano.