Sede: Copenhagen
Project: Studio Daniel Libeskind
Project Architects: Susanne Milne
Periodo di progettazione: 2003
Periodo di realizzazione: 2004
Area dell’edificio: 460 m2
Il museo è stato realizzato nella sezione più antica della Biblioteca Reale, la rimessa delle barche, che durante l’occupazione nazista servì da nascondiglio ad una bottega di manufatti della tradizione ebraica (rotoli, manoscritti). Oltre alle vicende del 1943, l’esposizione permanente del museo testimonia la storia degli ebrei di Danimarca a partire dal diciassettesimo secolo. Con questo progetto Daniel Libeskind focalizza l’attenzione sulla vicenda del salvataggio dall’Olocausto di 7000 ebrei danesi, che riuscirono a riparare nella neutrale Svezia a bordo di imbarcazioni da pesca. Il riferimento all’episodio determina la morfologia dello spazio, definito da muri diagonali, fessure e percorsi labirintici, ma arricchito anche da installazioni d’acqua e dalla presenza del legno di quercia, materiale con cui erano costruite le barche. Camminando sul pavimento irregolare, costituito da assi di legno, i visitatori hanno l’impressione di muoversi su una barca e rivivono le sensazioni dei fuggitivi. A differenza del museo di Berlino dello stesso Libeskind, l’oscurità lascia il posto al colore chiaro delle pareti rivestite in legno di betulla, ad evocare il paesaggio scandinavo e sottolineare ulteriormente il tema positivo del salvataggio. Con questa opera Libeskind si riconferma lucido ed appassionato interprete di architetture che sanno indagare il dramma della coscienza, ma anche trovare momenti di sereno riferirsi alla memoria in forma “antidrammatica”, evocativo-educativa. I suoi musei ebraici nel mondo hanno fatto scuola per il background teorico-conoscitivo. Non a caso sarà lo stesso Libeskind ad aggiudicarsi il progetto per la costruzione del Memorial e dei nuovi edifici nell’area di Ground Zero a New York.