“L’architettura è come il pensiero: trova la sua ragion d’essere nelle dinamiche culturali e cognitive del contesto sociale”
Incontrare Stefano Boeri è un’esperienza interessante, che consente di avere le idee più chiare su quello che sta avvenendo nell’architettura contemporanea, non solo perché Boeri è un professionista che vive direttamente lo scenario della progettualità ai più alti livelli creativi e di ricerca applicata, ma anche per il ruolo che riveste nel dibattito culturale, prima di tutto come direttore della rivista “Abitare”.
“L’architettura – ci dice Boeri in un apposito incontro con la redazione di Tracce – è come il pensiero: trova la sua ragion d’essere nelle dinamiche culturali e cognitive del contesto sociale. Ecco perché, proprio come il pensiero, può essere vittima di superficialità, o giungere fino alla poesia: un’opera in rima con le molteplici vite immaginarie della collettività”.Ed è proprio la cultura della società moderna, l’humus in cui cresce e germoglia l’attività poliedrica di Stefano Boeri. Un impegno che non è trionfo della messa in scena o autocelebrazione del se, ma specchio di un nuovo processo sociale molto attento sia alla qualità del vivere sia all’estetica come patrimonio di ogni cittadino. Il nuovo anello di congiunzione tra persone di ogni lingua, etnia, origine. Un’architettura che nasce e cresce nelle grandi città, epicentro di ogni rivoluzione culturale. L’Expo 2015 rappresenta certamente un’occasione per Milano di dimostrare un’evoluzione in questo senso. Le città, ed il loro grande patrimonio di professionalità, sono chiamate ad esprimersi anche e soprattutto dal punto di vista architettonico e, quindi, anche socio-culturale.
“La storia recente delle città che hanno promosso grandi eventi globali – ci dice ancora Boeri – insegna che il loro successo è direttamente proporzionale al grado di coesione sociale che viene raggiunto nel costruirle. Ogni progetto che riguarderà il restyling della città, non dovrà ispirarsi solo alla modernizzazione calata dall’alto. Le operazioni di riqualificazione non potranno riguardare solo strade, stazioni e tunnel, ma anche scuole, biblioteche e case. Va proprio in questo senso il progetto che il mio Studio ha recentemente elaborato per edilizia residenziale ad affitto moderato nel comune di Seregno, nella periferia Nord di Milano. In questo caso le più moderne esperienze architettoniche vengono messe al servizio dello sviluppo sociale e del benessere concreto delle famiglie. Mi piacerebbe che l’Expo 2015 fosse vista come un’opportunità per Milano di riconcettualizzarsi come nuova idea di città, in cui le opere architettoniche riflettono la continuità paesaggistica tra il centro metropolitano e la periferia e in cui a dominare sia la cultura della cultura. Vorrei, inoltre, che questa fosse anche un’occasione per rilanciare il ruolo dell’integrazione culturale della ricerca e del senso di umanità. Solo la sinergia tra tutti questi elementi potrà dare origine ad una città perfettamente integrata con la cultura del territorio e architettonicamente significativa.”
Articolo a cura di Giuseppe Allegro