Sede: Toronto
Progetto: Studio Daniel Libeskind
Project Architects: Thore Garbers,
Wendy James, Arne Emerson
Periodo di progettazione: 2002
Periodo di realizzazione: 2003-2007
Area del sito: 17.500 m2
L’edificio è ideato come uno sviluppo molto originale di geometrie di cristalli, nate dalla sedimentazione e dalla loro successiva gemmazione: cinque elementi di forma prismatica autoportante ed interconnessi fra loro e collegati alla struttura del museo esistente. Una proposta che risulta vincitrice dello specifico concorso del 2002.
L’edificio ha sembianze di un massiccio che si erge nel deserto, la cui massa diventa imponente, quasi a voler trasmettere un concetto di sedimentazione e di accumulazione di stratificazioni non omogenee. Nel programma del direttore del museo William Thorsell l’edificio è un contenitore per dipinti, tessuti, minerali, manufatti, un ambiente quasi magico, basato sulla ricchezza e varietà degli inconsueti oggetti esposti. Libeskind, colpito proprio dalla presenza di un cristallo esposto nelle collezioni, immagina con queste forme l’ampliamento del museo. L’accordo cercato con la natura non assume però nessun contenuto nostalgico, semmai il progetto si dimostra fortemente innovativo. La scelta dei materiali risponde perfettamente ai requisiti che i differenti elementi devono assolvere all’interno della costruzione: l’acciaio per le parti autoportanti delle grandi facciate, finalizzato a dare robustezza e sicurezza alle vaste vetrate, mentre l’alluminio è utilizzato come rivestimento per le parti non autoportanti. Lo spazio interno è unico: quasi assenti gli angoli retti, mentre spiccano le pareti inclinate e la luce che entra seguendo particolari cammini. Al centro un vuoto, con camminamenti diagonali. Si tratta della “Spirit House Chair”, che è parte integrante del museo.