Showroom Motocar, Verona


“Rotazione “ e “Simmetria”stanno alla base di questo involucro a conchiglia realizzato per un salone automobilistico veronese, dove la cura dei dettagli di giunzione tra i vari elementi e l’uso di una sofisticata tecnica di controventamento della struttura ha permesso di rispettare in pieno la pulizia delle linee architettoniche.

Il disegno di un manto avvolgente è stata l’idea ispiratrice di questa copertura che va a caratterizzare un salone automobilistico veronese evocando con le sue forme i concept del settore: design e tecnologia. Precisiamo subito che si tratta di un involucro non coibentato, che protegge dagli agenti meteorici una sottostante struttura tradizionale in C.A e muratura rimanendone però distaccato e aggettandosi oltre il perimetro dell’autosalone vero e proprio in modo da creare una zona di portico a protezione delle vetrine. Il disegno architettonico è caratterizzato, in pianta, da due ventagli affiancati ma contrapposti. Nel primo, 6 archi di travi in legno lamellare, a partire dal muro in C.A del sottostante edificio, scandiscono 5 spicchi di 18° l’uno e convergono in un unico nodo di acciaio. Questo trova appoggio in due pilastri inclinati, sempre in legno, contenuti in due piani tra loro ortogonali: quello del primo arco, visibile anche nel prospetto, e quello del sesto che fa da separazione tra i due ventagli. Proprio da qui si snoda infatti la seconda raggiera, articolata in modo molto simile alla prima ma che presenta il centro di rotazione sull’altra estremità dell’edificio ossia sul muro in C.A, al quale è ancorata la piastra di acciaio di convergenza. Sul fronte opposto, invece, ciascun arco prosegue fino a terra con un proprio pilastrino inclinato realizzando pertanto la zona del portico.” Rotazione” e “Simmetria” stanno quindi alla base dell’idea architettonica di questo edificio che incanta lo sguardo dell’osservatore e lo guida secondo un movimento a “S”.

I due vertici di acciaio
Il risultato estetico dell’intervento è dipeso in gran parte dalla capacità di risolvere il problema delle piastre di convergenza in acciaio su ciascuna delle quali confluiscono ben 6 archi. Si è trattato anche di una sfida ingegneristica, essendo i due vertici direttamente in comunicazione tramite un allineamento ma presentando ognuno rigidezze estremamente diverse. Una piastra è infatti ancorata al muro in cemento armato presente su retro mentre l’altra è giuntata rigidamente ai due pilastri in legno, tra loro ortogonali, della zona del porticato frontale. Si è risolto il problema tramite degli elementi scatolari in acciaio che offrissero alloggiamento a cerniera a ciascuna delle sei travi. Lo scatolare è stato superiormente lasciato aperto per consentire l’operazione di inserimento delle rondelle e chiusura dei bulloni di fissaggio delle lame di acciaio solidali a ciascun arco. Inferiormente il tutto è stato invece rivestito mediante lamiera in modo da conferire un aspetto monolitico al nodo. Quello che avrebbe potuto diventare un punto di deterioramento del risultato estetico si è pertanto tramutato in un elemento di valorizzazione dell’opera che attira l’occhio ammirato di chi osserva.

Soluzioni non convenzionali per esaltare le linee architettoniche
Si è infine dovuto affrontare il problema del controventamento dei portali. Questo involucro, a forma di conchiglia, presenta infatti punti sufficientemente rigidi soltanto sul retro, dove si appoggia al muro in C.A. Era impensabile compromettere la pulizia del disegno architettonico con l’uso di croci di acciaio che per di più, dovendosi ancorare a terra in corrispondenza dei pilastrini in legno, avrebbero ridotto la fruibilità degli spazi del portico. Si è pertanto dotata questa conchiglia di un guscio sufficientemente rigido per stabilizzarsi da sola, rivestendola mediante tavolato a vista e pannelli in compensato OSB aggraffati e fissati alla ossatura in legno lamellare. Una guaina ardesiata completa il rivestimento e protegge tutti gli elementi in legno dall’esposizione diretta alle intemperie.

I due vertici di acciaio
Il risultato estetico dell’intervento è dipeso in gran parte dalla capacità di risolvere il problema delle piastre di convergenza in acciaio su ciascuna delle quali confluiscono ben 6 archi. Si è trattato anche di una sfida ingegneristica, essendo i due vertici direttamente in comunicazione tramite un allineamento ma presentando ognuno rigidezze estremamente diverse. Una piastra è infatti ancorata al muro in cemento armato presente su retro mentre l’altra è giuntata rigidamente ai due pilastri in legno, tra loro ortogonali, della zona del porticato frontale. Si è risolto il problema tramite degli elementi scatolari in acciaio che offrissero alloggiamento a cerniera a ciascuna delle sei travi. Lo scatolare è stato superiormente lasciato aperto per consentire l’operazione di inserimento delle rondelle e chiusura dei bulloni di fissaggio delle lame di acciaio solidali a ciascun arco. Inferiormente il tutto è stato invece rivestito mediante lamiera in modo da conferire un aspetto monolitico al nodo. Quello che avrebbe potuto diventare un punto di deterioramento del risultato estetico si è pertanto tramutato in un elemento di valorizzazione dell’opera che attira l’occhio ammirato di chi osserva.

Soluzioni non convenzionali per esaltare le linee architettoniche
Si è infine dovuto affrontare il problema del controventamento dei portali. Questo involucro, a forma di conchiglia, presenta infatti punti sufficientemente rigidi soltanto sul retro, dove si appoggia al muro in C.A. Era impensabile compromettere la pulizia del disegno architettonico con l’uso di croci di acciaio che per di più, dovendosi ancorare a terra in corrispondenza dei pilastrini in legno, avrebbero ridotto la fruibilità degli spazi del portico. Si è pertanto dotata questa conchiglia di un guscio sufficientemente rigido per stabilizzarsi da sola, rivestendola mediante tavolato a vista e pannelli in compensato OSB aggraffati e fissati alla ossatura in legno lamellare. Una guaina ardesiata completa il rivestimento e protegge tutti gli elementi in legno dall’esposizione diretta alle intemperie.

Scheda intervento

Committente: Motocar Verona S.r.l.
Luogo: Ponte Florio (VE)
Destinazione d’uso: salone automobilistico
Superficie coperta: 750 m2
Progetto e realizzazione struttura in legno lamellare: Moretti Interholz in collaborazione con Andrea Casellato
Carichi strutturali: 30 daN/m2
Carichi permanenti portati: 60 daN/m2
Carichi Qsk Neve: 130 daN/m2
Tempo di montaggio: 20 gg

Puoi approfondire le caratteristiche del legno lamellare sul sito Moretti Interholz