London Aquatics Centre, Olimpiadi 2012

Fra i progetti di architettura delle Olimpiadi 2012 spicca il London Aquatics Centre, firmato da Zaha Hadid Architects.

Un’occasione di riflessione sull’architetto iracheno e sul superamento delle modalità classiche di concepire le tipologie edilizie. La concezione spaziale di Zaha Hadid si esprime in tutti i suoi progetti di architettura, da quelli museali più celebri fino a questo centro sportivo nel cuore del villaggio olimpico di Londra.

Il London Aquatics Centre insiste su un asse ortogonale, perpendicolare a Stratford City Bridge. Lungo questo asse, sono disposte le tre piscine, due olimpioniche e una per gli allenamenti. Il sito è posizionato sul lato sud orientale del Villaggio olimpico. Il nuovo accesso pedonale dal ponte est e ovest, chiamato Stratford City Bridge, collega lo Stratford City con il Parco Olimpico.

In concomitanza dell’apertura dei Giochi Olimpici, la rivista di architettura Tracce ha chiesto allo Studio Zaha Hadid i contenuti di questo suo particolare progetto, che sarà una delle sedi principali delle Olimpiadi e delle Paraolimpiadi estive di Londra 2012.

London Aquatics Centre: DATI

Progettista: Zaha Hadid Architects
Capiprogetto: Jim Heverin, Glenn Moorley, Sara Klomps

Collaboratori: Alex Bilton, Alex Marcoulides, Barbara Bochnak, Carlos Garijo, Clay Shorthall, Ertu Erbay, George King, Giorgia Cannici, Hannes Schafelner, Hee Seung Lee, Kasia Townend, Nannette Jackowski, Nicolas Gdalewitch, Seth Handley, Thomas Soo, Tom Locke, Torsten Broeder, Tristan Job, Yamac Korfali, Yeena Yoon

Committente: Olympic Delivery Authority
Luogo: Londra
Progetto delle strutture: Ove Arup & Partners
Superficie utile lorda: 21.897 mq
Area del lotto: 36.875 mq

London Aquatics Centre: PROGETTO


La massiccia struttura in cemento armato a vista del London Aquatics Centre, su cui si innalza una poderosa copertura ad archi parabolici, esprime l’idea della fluidità compositiva che è insita nei progetti di architettura di Zaha Hadid e che abbatte il principio della facciata principale di un edificio, infondendo all’architettura la stessa importanza da qualsiasi punto di vista.

L’immagine del fluido ne traduce le intenzioni, esprimendo il dinamismo e la soggettività dell’impatto visivo. Da qualsiasi punto si osservi l’architettura, essa apparirà differente, modificata, mutevole. Proprio come un oggetto, per il quale non ha senso stabilire una visuale principale, ha la sua interazione con il corpo umano a 360 gradi. Il concetto architettonico del London Aquatic Centre è quindi ispirato alla geometria fluida dell’acqua in movimento, creando spazi e l’ambiente circostante in sintonia con il paesaggio fluviale del Parco Olimpico.

Un tetto ondulato, che spazia da terra come un’onda e racchiude le piscine del Centro, è stato costruito con 30.000 sezioni di legno. La piscina per gli allenamenti si trova sotto il ponte, mentre quelle per le competizioni di nuoto e tuffi sono in una grande sala volumetrica. Le tre piscine, che contengono circa 10 milioni di litri di acqua, e le zone attigue sono state ricoperte con piastrelle ceramiche italiane della azienda Klinker Sire.

La strategia generale è quella di inquadrare la base della sala come un podio, quindi la sua forma è generata per rispettare il punto di vista degli spettatori durante le competizioni olimpiche. Questo elemento permette al podio di contenere una serie di elementi differenziati in un unico volume architettonico che viene completamente assimilato con il ponte e il paesaggio.  La geometria a doppia curvatura è stata utilizzata per creare una struttura di archi parabolici che rendono uniche le caratteristiche del tetto. Il progetto del tetto si estende alle aree esterne delle cascate e all’ingresso del ponte. E’ proprio questa proiezione del tetto sopra l’ingresso-ponte che annuncia la presenza del London Aquatics Centre da Stratford City nel Parco Olimpico.

Fotografie: © Hufton + Crow – © Hélène Binet

Dalle interviste fatte a Zaha Hadid sui suoi progetti di architettura riportiamo:

“Un’onda, abbiamo lavorato pensando a una morfologia organica, alla vita sottomarina; il tetto è così ondulato perché volevamo raggiungere quell’idea di leggerezza, di geometria fluida tipica dell’acqua in movimento; abbiamo immaginato il progetto del tetto come un elemento che sottolineasse l’ingresso al parco, una sorta di portale che si protende letteralmente verso l’accesso pedonale.

Il London Aquatics Centre vuole essere un’architettura localizzabile immediatamente, riconoscibile da lontano, trasparente grazie alle immense vetrate curve, in corrispondenza delle quali abbiamo immaginato un vasto giardino per evitare che le persone si assembrino lungo il loro perimetro. Per il progetto abbiamo ascoltato i pareri di molte associazioni e anche degli atleti, abbiamo avuto il supporto di coloro che hanno già gestito i Giochi Olimpici con esperienze diverse in contesti diversi. Siamo andati a Pechino per i Giochi Olimpici e a Roma per i Campionati mondiali di nuoto dello scorso anno. Rispetto agli episodi precedenti, questa volta la volontà è stata di costruire un’arena per nuotatori e non semplicemente una struttura sportiva.

Durante i Giochi, ciascuna gradinata accoglierà circa 8000 spettatori ed il pubblico sperimenterà qualcosa di diverso da ciò che ha sempre vissuto durante un evento sportivo, intorno a una piscina in situazioni analoghe. Un effetto enfatizzato anche dall’illuminazione della hall principale, dove oltre 500 punti luce offriranno un’atmosfera spettacolare, percepibile anche da coloro che seguiranno i Giochi attraverso la televisione”.