L’immaterialità del materiale

Appartamenti, musei d’arte contemporanea, boutique di moda, residenze private: l’opera architettonica di Claudio Silvestrin è la quintessenza dell’essenzialità contemporanea, armonia e silenzio. Dai flagship store di Giorgio Armani al loft newyorkese di Kanye West, alla sede della Fondazione Sandretto a Torino, forme e strutture intrise la cui non materialità è percepita attraverso ciò che di più materiale esiste: la terra, l’acqua, la pietra. Dal nulla, dallo zero «il primo passo è la demolizione. Come il contadino taglia l’erba prima di seminare, io abbatto tutti i muri. Poi a seconda delle funzioni inizio a ricostruire», ha detto lo stesso Silvestrin alla ricerca di «armonia, fusione ma anche atemporalità», ci ricorda Bertoni. Tra le pagine del volume emergono e si palesano lo straordinario percorso intellettuale e creativo di Silvestrin, fatto di studi di filosofia, di passione per l’arte, la letteratura e l’antropologia, e in cui confluiscono, per essere rielaborati e rinascere i grandi modelli della spiritualità visiva: la lezione di Mies van der Rohe, l’architettura domestica giapponese e i complessi cistercensi.
A cura di: Claudio Silvestrin, Franco Bertoni, Germano Celant