Una villa di campagna ed edifici rurali in stato di semiabbandono completamente ristrutturati per diventare un luogo di charme, dove scoprire il meglio dell’ospitalità toscana
Il complesso nella vecchia tenuta della Badiola si presentava estremamente deteriorato e compromesso sia nella villa, sia nelle altre molteplici strutture agricole che circondavano questa unità. La tenuta si distende dai versanti sud-occidentali e orientali delle colline di Buriano sino al fondovalle del fiume Bruna, da quota massima di 367 metri a 2 metri sul livello del mare. La tenuta prende il nome dall’abbazia, o Abbadia “ad lutos”, ossia “del fango”, situata su una collinetta a nord-est di Castiglione, che un tempo costituiva un isolotto interno del lago Prile, sede di sontuose ville romane. Nel Sec. XII divenne convento dei padri Guglielmiti.
La storia vera e propria della fattoria e della tenuta è legata alla famiglia dei Granduchi di Toscana Asburgo Lorena e all’intervento di bonifica della pianura grossetana. In particolare il duca Leopoldo II di Lorena si rese protagonista della costruzione della villa di campagna e di molti degli edifici, a formare una vera e propria tenuta agricola organizzata con diversi poderi.
Durante i secoli il luogo andò incontro a varie vicissitudini, culminate con l’incameramento da parte del demanio dello Stato Italiano dopo la prima guerra mondiale. Nell’anno 1925 le case coloniche assegnate erano 15 e 20 i poderi agricoli, in media di 40 ettari ciascuno, condotti a mezzadria.
Erano inoltre attivi gli edifici per i servizi di trasformazione dei prodotti agricoli: palazzo di fattoria con annesse abitazioni, scuderie, stalla, forno, magazzini. Dal 1940 la proprietà venne integralmente rilevata da una singola famiglia, la tenuta andò però incontro ad un progressivo degrado, causato anche dall’ampiezza e dalle molteplici strutture in essa contenute.
All’inizio dei lavori di ristrutturazione il complesso presentava quattro fabbricati di grandi dimensioni, tre annessi di medie dimensioni, due stalle di recente costruzione e alcuni annessi minori.
Il Romitorio, risalente al XII secolo e già monastero, era l’unica struttura che si presentava in condizioni discrete, in quanto oggetto di un recente restauro.
I due principali fabbricati, uno composto da cinque corpi in linea e l’altro, fronteggiante, dotato di tettoia in muratura si presentavano invece in cattivo stato di conservazione. Altrettanto deteriorati i quattro silos in cemento armato, uno dei quali trasformato in deposito di acqua potabile.
Importanti necessità di ristrutturazione richiedeva anche la fattoria, risultato dell’unione di due corpi di fabbrica fra loro non coerenti, uno a forma rettangolare e l’altro ad U, edificati in epoche diverse, dai primi anni del ‘900 in poi. La disomogeneità era evidente sia nelle murature portanti, sia nelle coperture in legno e laterizio, sia nei solai, per buona parte alla “volterrana”.
Anche il piano terreno, di 700 m2, il primo piano, con uno sviluppo simile, e il seminterrato, di circa 260 m2, non si presentavano in uno stato di conservazione omogeneo e complessivamente mostravano evidenti dissesti statici, riferiti alle strutture orizzontali e verticali.
Diverso il discorso per il grande granaio, edificio costruito alla metà dell’Ottocento, interamente in pietra facciavista e copertura tradizionale del tipo a padiglione, in legno e laterizio. Buone le sue condizioni strutturali, ma necessari dei lavori di completamento e parziale rifacimento, da eseguirsi nel rispetto delle tecniche e dei materiali originari.
La villa, grande edificio ad uso esclusivamente abitativo costituito da tre piani fuori terra più un piano sottotetto, rappresenta il vero e proprio centro del complesso. La sua costruzione originaria può essere fatta risalire al 1837. Il fabbricato è ubicato, secondo le tradizioni costruttive dell’epoca, in posizione preminente su una solida collinetta.
Il piazzale circostante è delimitato da muro di contenimento interrotto da due cancellate di buona fattura, con gradinate in graniglia. In prossimità della villa è presente la chiesina, tuttora consacrata, con un vano sottostante un tempo utilizzato come lavatoio.
Le condizioni generali di tutti questi edifici si presentavano discrete a livello statico, anche se bisognose di recupero delle facciate e degli interni.
Simile la condizione degli altri annessi minori, come ad esempio scuderie e tabaccaia, realizzati in epoche diverse e che richiedevano di armonizzare la loro veste e il loro ruolo all’interno di un progetto estetico e funzionale coerente.
Con l’intervento di ristrutturazione, interamente realizzato da Moretti Contract, ogni particolare della tenuta è stato riportato al suo aspetto originario dove possibile, oppure armonizzato ai principi estetici seguiti per i due complessi principali, villa e fattoria, compreso l’arredamento e le strutture per la ristorazione.
La tenuta Badiola diventa L’Andana: riferimento internazionale nell’arte dell’ospitalità
Il progetto di ristrutturazione si è sviluppato dalla consapevolezza dell’importanza storica e della bellezza di questo luogo nobiliare, prediletto da Leopoldo II di Lorena, Granduca di Toscana.
L’intervento di recupero ha unito gli ideali e la volontà di Vittorio Moretti, del famoso chef francese Alain Ducasse e di Martino de Rosa del Gruppo Wiish. L’architetto Ettore Mocchetti ha saputo trasformare l’antica tenuta La Badiola, molto rustica nella sua struttura ed organizzazione, in un luogo esclusivo di relax e di benessere, all’insegna delle più autentiche tradizioni toscane.
La tenuta permette, oggi come un tempo, di calarsi nella ricchezza e nella magia della Maremma Toscana.
Lo stesso Ducasse, fra i cuochi più premiati al mondo (dieci stelle Michelin in Europa e dieci Mobil Stars in USA), considera L’Andana qualcosa di unico.
Recentemente ha dichiarato alla stampa: “Ne sono stato folgorato, la bellezza selvaggia di questa fetta di Toscana, i suoi profumi rustici e naturali, le forti tradizioni mi hanno fatto sentire in armonia totale col luogo: e ho trovato una perfetta coincidenza di vedute anche con le persone che me l’hanno proposto.
Quando un progetto parte in armonia la perfezione è raggiungibile”.
Scheda tecnico strutturale “L’andana – TENUTA LA BADIOLA”
Committente: La Badiola
Anno di realizzazione: dal 2001 al 2004
Progettazione architettonica: Ettore Mocchetti
Elementi prefabbricati: Moretti Prefabbricati
Elementi in legno lamellare: Moretti Interholz
General Contractor/Direzione Lavori: