La Biblioteca di Maranello, opera degli architetti Arata Isozaki e Andrea Maffei, è stata aperta al pubblico il 19 novembre 2011. Costruita nel centro della città, essa esprime il successo di una efficace sinergia fra un’amministrazione pubblica -quella di Maranello, incline al perseguimento della qualità in architettura- e i progettisti: Arata Isozaki, uno dei maestri giapponesi più celebrati della cultura architettonica contemporanea, e Andrea Maffei, architetto italiano che ha lavorato presso lo studio del maestro a Tokyo e che da diversi anni sta sviluppando insieme a lui numerosi progetti in Italia.
La biblioteca comincia a prendere forma nel 2007, quando il Comune di Maranello bandisce il concorso di progettazione a procedura aperta “Progettare la cultura” che raccoglie circa 150 candidature provenienti dall’Italia e dall’estero. I due vincitori, Arata Isozaki e Andrea Maffei, nel giugno 2008 ricevono l’incarico per la progettazione definitiva, quella esecutiva e la direzione dei lavori; nel settembre del 2009 iniziano i lavori. Fin da principio, il progetto tiene conto degli obiettivi legati alla sostenibilità, al controllo dell’impatto ambientale, alla riduzione dei consumi. “La volontà espressa dal Comune di Maranello di offrire un nuovo servizio alla città non poteva che diventare un edificio che guardasse al futuro”, scrivono i progettisti nella relazione di presentazione del progetto. L’edificio definisce uno spazio rarefatto eppure perfettamente inserito nel centro della città. I suoi profili sinuosi sono delimitati da lastre di vetro che ne seguono l’andamento: la lettura si trasforma in un’esperienza “aperta”, in un momento di interazione fra il sapere e la contemplazione del verde che circonda la biblioteca oltre la sua membrana trasparente. La biblioteca esprime la volontà di dialogare con il tessuto urbano attraverso la trasparenza del suo corpo; l’obiettivo è stabilire un rapporto di interazione con la città.
Situata all’interno di un tessuto residenziale consolidato nel centro di Maranello, e distribuita su oltre 1.000 metri quadrati, la biblioteca sorge al posto di un edificio preesistente del quale sono state mantenute solo le tracce delle facciate est, nord e sud. Esse, ridefinite come muri verdi, interamente ricoperti verso l’interno con edera, tracciano -insieme agli specchi d’acqua che accompagnano parte del perimetro vetrato- i nuovi orizzonti naturali che si offrono ai lettori e ai frequentatori della biblioteca. L’interno della biblioteca ospita diversi ambienti: l’emeroteca, la fonoteca/videoteca, la ludoteca, la sala studio, l’archivio storico comunale, lo spazio per esposizioni e gli allestimenti temporanei, i luoghi per la lettura per un totale di 90 posti a sedere. Questi ultimi sono concepiti ora per i lettori adulti, ora per bambini e adolescenti.
La distribuzione delle funzioni avviene su due piani. La sagoma curvilinea della biblioteca racchiude al piano terra un volume trasparente che ospita la caffetteria, gli spazi espositivi per l’associazione “Maranello terra del mito” e tutti gli ambienti di consultazione e lettura. Alla biblioteca si accosta sul lato sud un volume opaco, bianco puro come la biblioteca, contenitore dei servizi, delle scale per accedere agli interrati e alla ludoteca. Al piano interrato, un parallelepipedo pensato come uno spazio libero si articola attorno alla sala polivalente e allo spazio espositivo. A proposito dell’atmosfera, dei giochi di luce, dell’interazione fra candore dei materiali e vivacità del paesaggio verde che circonda la biblioteca, Andrea Maffei, scrive: “Il volume si specchia su una superficie d’acqua che riverbera il colore verde intenso dell’edera sui muri di confine. Una pensilina aggetta verso gli spazi pubblici e rende riconoscibile l’architettura dalla strada; all’interno il bianco assoluto del pavimento in resina e degli arredi brilla del verde esterno riflesso attraverso la parete continua vetrata, che corre lungo la forma curvilinea. La luce che pervade l’open space della biblioteca si esibisce in un gioco di riflessi che rimbalzano dagli elementi bianchi degli arredi, del pavimento e delle strutture, all’acqua e alle vetrate continue trasparenti.”
Note biografiche dei progettisti
L’incontro fra Arata Isozaki (Oita, 1931) e Andrea Maffei (Modena, 1968), avviene per la prima volta nel 1997, quando l’architetto italiano si trasferisce a Tokyo per lavorare a fianco del maestro. Arata Isozaki si è laureato all’Università di Tokyo nel 1954 ed è stato allievo di Kenzo Tange. Nel 1963 fonda l’Arata Isozaki Atelier oggi Arata Isozaki & Associates. Membro della giuria del Pritzker Prize tra il 1979 e il 1984, Isozaki ha ricevuto importanti riconoscimenti per le sue opere, realizzate in molti paesi del mondo. Tra i suoi progetti: il Gunma Museum of Modern Art (1978), il Museum of Contemporary Art di Los Angeles (1986), il Soho Guggenheim Museum a New York (1992), la Kyoto Concert Hall (1995), e il Palasport Olimpico a Torino (2002). Responsabile dei progetti italiani di Isozaki, Andrea Maffei ha svolto il ruolo di project architect per il Palahockey di Torino, realizzato in occasione delle Olimpiadi invernali 2006, e per la piscina olimpionica e il parco di Piazza d’Armi di Torino, completati nello stesso anno.
Dati di progetto
programma: biblioteca
cliente: Maranello Patrimonio s.r.l., Maranello
progettisti: Arata Isozaki e Andrea Maffei
design team: Alessandra De Stefani e Carlotta Maranesi, Simone Utzeri, Maurizio Petronio / Andrea Maffei Architects
architetti associati: Stefano Tozzi / M+T & Partners
verde: Laura Gatti, studio Gatti, Milano
lighting design: Koichi Tanaka, M+K Design, Milano
dimensioni:
superficie del lotto: 850 mq.
superficie lorda edificata: 1.175 mq.
altezza massima fuori terra: 5.3 m
materiali: cemento armato, acciaio, vetro camera curvo
fotografia: Alessandra Chemollo