Sede: Zaragoza
Progetto: Zaha Hadid con Patrik Schumacher
Project Architect: Manuela Gatto
Periodo di progettazione: 2005
Periodo di realizzazione dell’opera: 2008 Lunghezza complessiva: 270 m
Area di costruzione: 6415 m2
Organizzato in quattro elementi detti “gusci”, questa architettura è nata dall’analisi della sezionatura di un diamante. Come nel caso di strutture a spazi reticolari, infatti, la sezione del diamante è efficacemente esplicativa della distribuzione di forze lungo la superficie.
La forma a “diamante sezionato” è stata poi distribuita in fase di realizzazione lungo un percorso leggermente curvo. Questa distribuzione ha dato luogo ai quattro “gusci” del padiglione.
L’interconnessione di questi elementi soddisfa due esigenze specifiche: l’ottimizzazione del sistema strutturale e la differenziazione degli interni. Il concetto spaziale è una delle principali linee guida del progetto. Ogni sezione ha la propria specifica identità spaziale la cui tipologia varia a seconda che si tratti di un’area interna e quindi maggiormente concentrata sugli elementi esposti, oppure di uno spazio aperto con ampie visuali del fiume Ebro.
Tutte le sezioni del Bridge Pavillion, tranne una, comprendono un piano superiore che permette la visione del piano inferiore. Due dei quattro “gusci” sono dotati di finestre triangolari con apertura verso il basso che offre un effetto ottico di corrispondenza visiva con la superficie del fiume.
Le superfici naturali sono state riproposte nella definizione dell’involucro esterno: le pinne di squalo sono paradigma affascinante sia dell’estetica che della funzione della struttura.