Recinto Rurale, Milano – MADE expo 2012

Questo progetto di architettura ha come obiettivo la costruzione di una piccola struttura con valenza di servizio da utilizzare a MADE expo 2012, nell’ambito del concorso InstantHouse Social Club.

Il progetto del Recinto Rurale, Milano – MADE expo 2012, vincitore del primo premio, porta la firma di Fabrizio Fiscaletti, laureato in Architettura all’Alma Mater Studiorum Università di Bologna, sede di Cesena, Facoltà di Architettura “Aldo Rossi”. La costruzione della struttura in legno lamellare è a cura di Moretti Interholz


Il padiglione IstantHouse Social Club cerca di creare un organismo capace di confrontarsi con il sito in cui viene posizionato e le molteplici esigenze funzionali cui è tenuto a rispondere. Per far ciò è stato fondamentale definire un atto fondativo, cioè un impianto progettuale semplice ma efficace. Tutto il progetto di architettura ruota attorno a un punto fisso, un nucleo che definisce ogni cosa, un cardine a cui tutto è rivolto e viceversa a cui esso si rivolge: dalle stanze, agli ingressi fino alla natura. Questo cuore è stato chiamato “piazza” non per la sua conformazione architettonica, non affacciandosi nè su edifici nè su strade, ma perché come nella tradizione delle città italiane è il luogo in cui si svolge la vita sociale del cittadino e per questo si è voluto conferirgli una notevole importanza civica. Un forte carattere spaziale è stato indispensabile per investire questo luogo della carica simbolica di cui deve farsi carico.

Descrizione del concept che ha ispirato il progetto archettonico.

Per far ciò si è creato un semplice quadrato di circa 12 metri per 12 metri che esprime tutta la sua forza nella semplicità della forma e nell’onestà strutturale. La spazialità è espressa con la struttura intelaiata di legno lamellare in vista, che dona allo spazio una complessità materiale. Il quadrato elevandosi diventa quasi un cubo che avvolge il visitatore. L’ingresso al padiglione avviene da una apertura, posta al centro della piazza, che con la sua conformazione segna la soglia tra l’interno e l’esterno.
Ma una volta che il visitatore oltrepassa questa soglia si rende conto che non è ancora all’interno vero e proprio del padiglione. Infatti il nucleo è uno spazio di mediazione aperto verso il cielo, in cui la natura, che è rimasta fisicamente all’esterno, è una presenza dominante. Le lamelle di legno, che sono montate alla struttura portante, creano un filtro con l’esterno proteggendo sia dall’irraggiamento solare, sia da mal intenzionati, costruendo un sicuro recinto facile da chiudere nella sua unica apertura, non avendo vetrate e porte che danno direttamente con l’esterno. Questi elementi permettono però di far entrare la natura all’interno dello spazio con i suoi colori, suoni ed odori.

La piazza è uno spazio di incontro in cui è possibile svolgere una molteplicità di funzioni.

Sono degli elementi che si agganciano alla struttura portante semplicemente omettendo una o più porzioni di legno lamellare. Questi elementi sono tre: sala polifunzionale, servizi con magazzino, cucina. Essi hanno una forma simile tra di loro e sono costituiti da pannelli in legno bianco con il tetto ad una falda che, insieme al resto della struttura, ricordano i ricoveri delle cascine rurali.

La sala principale più importante è quella polifunzionale.

All’interno di essa si svolgono tutte le funzioni del padiglione. In un unico spazio coesistono diversi utilizzi per cui la sua forma ed allestimento sono stati studiati per rispondere al meglio alla flessibilità. Una grande vetrata collega la sala visivamente alla piazza e, aprendola, si collega anche fisicamente unendo i due spazi per farli interagire e diventando un tutt’uno. All’interno sono incassati nella parete longitudinale i mobili che possono servire all’utilizzo della sala per la residenza temporanea: letti, comodini ed armadi. Con una semplice operazione i letti possono ruotare e calarsi sul pavimento per entrare a far parte dell’arredamento. Una volta richiusi, lo spazio si riapre ad ogni necessità; e per usufruire di altre funzioni sono indispensabili altri mobili, come tavoli e sedie, che sono stati posizionati all’interno del magazzino per essere presi e spostati ogni qualvolta ci sia l’esigenza.

L’ultima parte del padiglione è costituito dal blocco servizi.

Il magazzino può sembrare un oggetto di risulta, invece è un elemento indispensabile per la corretta fruizione dell’edificio, perché per svolgere molteplici funzioni in poco spazio c’è necessità di stoccare utensili ed attrezzi. Sopra la copertura del magazzino è stata posta una piccola gradinata che aumenta l’offerta funzionale del padiglione, in cui sarà possibile organizzare conferenze, spettacoli teatrali e musicali.

Caratteristiche tecniche.

I volumi sono costruiti con il sistema della facciata e del tetto ventilato che, attraverso una camera di ventilazione, permettono il raffrescamento delle pareti. Le vetrate che si affacciano nella piazza sono protette dalle lamelle di legno che sono disposte al di sopra di esse. Per la costruzione dell’edificio si è utilizzato un sistema che semplicemente si appoggi al terreno senza andare a eseguire colate di cemento. Il sistema consiste nell’effettuare una raschiatura superficiale di terreno di circa 20,25 centimetri per poi appoggiare ad esso delle piastre di acciaio per la distribuzione dei carichi e per collegare tutti gli appoggi. Al di sopra della piastra vengono montati dei basamenti telescopici con cerniere sferiche in acciaio su cui viene infine appoggiata la struttura portante in legno lamellare.
(leggi l’approfondimento sulla struttura in legno lamellare)

Breve intervista all’architetto Fabrizio Fiscaletti

COSA SIGNIFICA ESSERE UN GIOVANE ARCHITETTO OGGI?
Faccio parte della generazione dei giovani architetti che, una volta lasciatosi alle spalle il mondo universitario, si sono ritrovati in una situazione di stallo economico, con particolare riferimento all’edilizia e alle costruzioni; come non soffermarsi a riflettere, quindi, sugli aspetti negativi?
Tra mille difficoltà, ho dovuto allontanarmi dal posto in cui sono nato per ragioni lavorative; ancora, molti miei coetanei hanno preferito cercare una situazione migliore all’estero. A volte ci penso anch’io, ma spero in fondo di poter resistere e trovare il mio futuro qua, cercando di far qualcosa di buono per il posto in cui vivo. Credo, comunque, che occorra non arrendersi ed avere il coraggio di continuare, impegnandosi ancor di più di quanto non abbiano già fatto i nostri colleghi veterani. Ci vuole tanta passione nell’architettura. E’ per questo motivo che non bisogna mai smettere di studiare e di allargare il proprio orizzonte culturale viaggiando. E d’altra parte è la sete di conoscenza che ti permette tutto questo.

I SUOI COMMENTI E LE SUE IMPRESSIONI SUL PREMIO RICEVUTO E SUL PROGETTO IN GENERALE
Forse banale e ripetitivo descrivere la felicità di questo primo premio, ma voglio soffermarmi su quest’aspetto poichè si è trattato di un’esperienza gratificante; ho, infatti, avuto la possibilità di entrare in contatto con molte realtà, le quali credo siano validi strumenti di accrescimento del proprio bagaglio culturale. Solitamente, i concorsi di idee trovano la loro conclusione nel giorno stesso della premiazione; in questo caso, al contrario, è stato solo l’inizio di un percorso che ha perfino permesso la realizzazione del padiglione. Poi (chissà?!) spero che il viaggio non sia ancora terminato e che il recinto rurale potrà realmente entrare a far parte delle opere realizzate in occasione dell’Expo del 2015, ed essere utilizzato come struttura temporanea del progetto delle vie d’acqua.