“La bellezza è un linguaggio interiore che parte dalla grazia e passa nel lavoro e nella vita.”
L’atelier di Giuseppe Rivadossi è un mondo di oggetti, di mobili e di opere che trasmettono in modo immediato e forte una profonda essenzialità.
Creazioni prevalentemente realizzate con essenze lignee, materia viva che dice molto di sè di una realtà naturale che sa raccontare, a chi la voglia ascoltare, la bellezza e la storia di se stessa
“Il mobile è la dimora delle nostre cose”
Gli oggetti: sedie, tavoli, madie, letti e sculture, non si riducono all’oggettualità ma parlano di bellezza, di accoglienza, elementi di una dimora viva, caratteristiche che un mobile deve avere.
Le strutture di questi mobili custodie sono curate tanto all’esterno quanto nel loro interno, particolari che dimostrano un’accurata costruzione, come – dice Rivadossi – se fosse un piccolo palazzo. Il mobile è la dimora delle nostre cose, è un luogo la cui profondità è strettamente legata a quella della vita.
La tecnologia resta solo lo strumento usato dall’uomo, non il contenuto del suo operato. Le opere che derivano da questo modo di lavorare entrano in una relazione comunicativa con lo spazio della casa e segnalano che in essa c’è vita e bellezza intesa come rapporto.
Per esserci bellezza deve sussistere un rapporto pieno di gioia ed amore, questo in sintesi il concetto estetico di Rivadossi, rapporto di grande amore, come all’interno di un’opera d’arte tutte le parti sono in rapporto vivissimo tra di loro e dialogano in modo forte, così ciò che facciamo deve portarci a ritrovare la pienezza della vita e a ricollocarci in essa. In questo modo la bellezza salverà il mondo.
L’atteggiamento dell’uomo deve unire a razionalità la poesia e l’onestà dei sentimenti. Onestà intesa come conoscenza del reale e riconoscenza per quella realtà; conoscenza, riconoscenza e rispetto delle qualità di ciò che vengono ricevute come contenuto della vita. In questo contesto si costruisce la felicità e s’inserisce il piacere, guida del lavoro, sentimento che consegue alla realizzazione di cose belle, nel senso pieno del termine.
L’obiettivo del lavoro di un’intera vita, nella visione di Rivadossi, non può portare all’accumulo di ricchezze, l’aspetto economico del lavoro passa in secondo piano cedendo il posto al piacere di creare qualcosa di bello; bellezza e amore convogliati verso l’oggetto che si crea.
“L’arte è fatta di materialità”
La materia non è mai liscia, ecco spiegata la ragione della continua e diversa irregolarità delle superfici di Rivadossi, per il quale qualsiasi ombra appartiene al buio siderale infinito. La materia è di per sè già un miracolo di cui essere grati perchè è luce ed energia, due componenti essenziali, si aggrega e si compone in modi diversi, e racconta la vita con il suo flusso in infinito divenire. Rispettare gli elementi fondamentali della materia è un obbligo se non si vuole cadere in un imbroglio, ecco perchè la scelta dell’essenza lignea dipende da ciò che s’intende creare e costruire. Nel rispetto della materia non si può prescindere dalle sue caratteristiche essenziali come per il vetro, la trasparenza; per la pietra, la solidità; per il ferro, la resistenza; queste qualità specifiche vanno usate e valorizzate, in questo modo la materia svela l’essenziale.
Il legno, elemento prediletto, è capace di difendere dal freddo e dal caldo, racconta le stagioni che si susseguono e poi si fermano, è materia che si offre ad esaltare la luce e ad essere lavorato per le sue specifiche qualità; non si fonde e per giuntarlo è naturale usare incastri, tipici della lavorazione di Rivadossi. Assemblare attraverso incastri e scavare il blocco di legno, due momenti rilevanti nella sua tecnica. Due momenti che ricordano due aspetti basilari: l’unione delle parti e lo scavo che riconduce alla caverna, le origini nuovamente ritrovate.
A seconda dell’interpretazione che si fa del materiale si utilizza una tecnica costruttiva, solo così si crea bellezza e si percepisce la meccanica della natura e della vita che procede aggregandosi e dissolvendosi.
“Custodie che si prenderanno cura dei nostri oggetti”
In questa Weltanschauung (visione del mondo) appare ovvio che chiamare mobili le opere di Rivadossi significa attribuire loro un termine altamente riduttivo. Ciò che viene creato nell’officina Rivadossi è una custodia che si prenderà cura dei nostri oggetti e delle azioni quotidiane che vengono svolte nella dimora.
La custodia implica il concetto di cura, modalità autentica di rapportarsi agli altri, al mondo, alle cose e all’essere; la cura è ciò che contraddistingue l’uomo come uomo.
Cura della vita a tutti i livelli, cura degli aspetti fondamentali che ci portano verso l’infinito, verso l’accomunarci con il reale, rifuggendo quella che si può definire arte metropolitana, così artificiale e lontana dalla naturalità. Il messaggio che una custodia Rivadossi diffonde è il lavoro impiegato per far vivere la casa, concepire lo spazio del paese e del borgo come occasioni in cui reinserirsi nella vita negando la visione contemporanea priva di essenzialità e di vita. Da tutto ciò deriva anche una visione estetica per la quale la funzione dell’arte è capacità di portare l’uomo a riconciliarsi con la vita.
L’essenzialità di Giuseppe Rivadossi
Giuseppe Rivadossi ha ricevuto l’abilità della lavorazione del legno dal padre. L’interesse per il mondo artistico e per l’architettura viene tramandato di padre in figlio. Ciò che maggiormente resta dell’insegnamento paterno è la capacità di capire quali sono le forze che regolano la struttura degli oggetti e della realtà intera, solo comprendendo ciò è infatti possibile andare alle radici di ciò che si vuole costruire e sfuggire così alla superficialità di quel che rimane fermandosi solo ad un livello epidermico. Nell’officina Rivadossi si percepisce una modernità che trae il suo pregio da radici antiche e semplici, pertanto essenziali.
Tutto si basa su una concezione del mondo secondo la quale è l’essenzialità che ci riconduce alla bellezza. Lasciare da parte l’artificio e trovarsi legati alla dimensione reale in cui siamo stati naturalmente inseriti, consente il passaggio ad un mondo autentico in cui ritrovare la terra e le forze universali che regolano la vita e le conferiscono senso.
Abbracciando l’idea di un’unitarietà dell’esistenza è implicito considerare tutto ciò che ci circonda, anche gli elementi più semplici e consueti, come prezioso ed importante. Contro il nichilismo e il non senso le opere di Rivadossi ci parlano di un riposizionamento dell’uomo nell’alveo originale dell’esistenza.
L’utilizzo della materia e la forza che essa ci dona rientrano in una concezione positiva della realtà in cui si mostra ciò che di più straordinario c’è nella vita: l’amore. La natura stessa riporta diversi livelli d’amore e l’uomo è in grado di trarre da essa i valori di riferimento
Articolo a cura di Daniele Bianchi