L’individualità architettonica di Matteo Thun
Di questo architetto puoi approfondire alcune opere nella sezione “Progetti”:
Case study: Vigilius Mountain Resort – Merano, Italia
Case study: Terme di Merano, Italia
Case study: Hugo Boss – Coldrerio, Switzerland
Intervista di Tracce a Matteo Thun
Architetto e designer, è da tempo impegnato in un percorso di ricerca che unisce la valorizzazione dell’individuo in sintonia con l’ambiente naturale. I suoi progetti costituiscono un punto di riferimento nella riflessione professionale e culturale sul rapporto tra forma e materiali, unendo una forte carica creativa con il rispetto delle origini e delle tradizioni
Matteo Thun è attualmente uno dei più conosciuti ed apprezzati architetti italiani a livello internazionale. La sua professionalità è contraddistinta dalla particolare abilità di unire all’esperienza di architetto, una grande competenza nel settore del design, intesa come espressione compiuta tra materiali e forma. Grazie a questa flessibilità professionale, Matteo Thun ha maturato una solida preparazione nella progettazione “sia su piccola che su grande scala”. Probabilmente influenzato dal verde naturale del paesaggio della sua città natale, Bolzano, Thun ha sviluppato una particolare sensibilità per quello che lui stesso definisce “genius loci”, l’anima del luogo, principio in base a cui i suoi progetti si inseriscono in modo armonico nel territorio di cui ritiene fondamentale mantenere l’integrità ambientale. “Da ormai vent’ anni lo studio Matteo Thun and Partners si occupa di ecotecture, specifico settore dell’architettura rivolto alla limitazione dell’inquinamento paesaggistico ed alla ricerca di un modo nuovo di progettare opere in armonia con l’ambiente. All’inizio ci limitavamo alla progettazione di case prefabbricate in legno, poi abbiamo abbracciato l’idea di dedicarci anche allo sfruttamento di energie alternative quali, per esempio, l’energia termica o quella eolica”.
Più volte lei ha dichiarato: “bisogna puntare sull’individualità più che sull’individuo”. Cosa intende con questo concetto?
“Il concetto può essere sintetizzato nella semplice formula “Eco non Ego”. E’ necessario che al centro della nostra attenzione non sia più l’individuo in sé ma l’individualità, ossia il modo in cui ognuno di noi si rapporta con profondo rispetto al luogo in cui vive e, nel mio specifico caso, in cui costruisce. Personalmente preferisco l’eco nel vero senso della parola anziché l’ego del linguaggio architettonico, linguaggio che oggi si appoggia spesso ad archetipi. Il mio lavoro è il risultato di un team work di architetti, architetti d’interni, stilisti, grafici, designers ecc. i quali lavorano in squadra secondo questo principio”.
Come è organizzato questo team di lavoro?
“Ho dato al mio team work l’appellativo di Appiani Family (da Via Appiani 9, Milano, indirizzo presso cui la nostra sede è collocata da oltre vent’anni) perché il livello di collaborazione che si è instaurato al suo interno riproduce proprio quello di una grande famiglia. Tutti i membri della squadra si muovono di pari passo, analizzando i progetti in costanti meeting di gruppo. Probabilmente la formazione di questo clima così familiare è stata favorita dal comune intento di sviluppare un nuovo tipo di architettura che rispetti profondamente l’ambiente in cui viviamo”.
A proposito di rispetto eco-ambientale, quanto sono importanti il legno e la pietra nel suo lavoro?
“Sono due elementi fondamentali nell’ecotecture esattamente come lo sono l’aria ed il fuoco per l’essere umano. Oggi l’architettura deve essere pensata come una continuazione della natura e legno e pietra sono due materiali che conciliano egregiamente naturalezza, funzionalità ed estetica. Il legno lamellare, in particolare, rappresenta un enorme passo avanti nell’utilizzo di materiali eco-compatibili, contraddistinti da eccellenti capacità tecnico-applicative ed in grado di rispondere alle molteplici esigenze dell’architettura odierna. Il forte sviluppo sul mercato di questa tipologia di legno è un importante segnale in direzione di un’architettura sempre più esteticamente gradevole e sempre meno eco-distruttiva. Il legno, inoltre, è un materiale rinnovabile che favorisce il mantenimento del calore degli interni ovviando a consumistiche dispersioni”.
Benessere e qualità della vita: in che modo la sua architettura favorisce questi due fattori?
“Benessere e qualità della vita sono due fondamenti sui quali si reggono tutti i miei progetti. Da anni io ed il mio team lavoriamo alla progettazione di una “edilizia sostenibile” che concili l’estetica con l’esigenza di risparmio e di eco-sostenibilità. A questo scopo fin dagli anni novanta il nostro reparto di design si sta occupando solo ed esclusivamente dello sviluppo di prodotti atti a migliorare la qualità della vita quali, per fare un esempio, una toilette con aspirazione odori incorporata ed un consumo di acqua ridotto a soli due litri. Tutti questi prodotti appartengono alla categoria di design cosiddetto “invisibile” poiché vengono nascosti all’interno del muro, implicando, quindi, tempi di costruzione più rapidi e più economici”.
Quali sono i progetti ed i settori di intervento che in questo momento la vedono maggiormente impegnato?
“Come detto poc’anzi, tutti gli sforzi del mio team sono concentrati su progetti strettamente aderenti all’impegno per l’eco-sostenibilità. Uno dei più interessanti credo sia quello riguardante l’architettura inserita nell’arco alpino, ambiente che richiama quell’humus primordiale e meravigliosamente irrazionale in cui l’individuo ha avuto origine. Esemplare, da questo punto di vista, è il Vigilius Mountain Resort, a 1500 metri sopra la Valle dei Castelli (Bolzano) tra le Dolomiti altoatesine, raggiungibile solo a piedi o in funivia. Costruita principalmente in legno e vetro, l’intera opera è stata pensata per richiamare alla memoria lo spirito collettivo alpino che oggi è sempre più ignorato e surclassato dal caos e dal cemento”.
Di questo architetto puoi approfondire alcune opere nella sezione “Progetti”:
Case study: Vigilius Mountain Resort – Merano, Italia
Case study: Terme di Merano, Italia
Case study: Hugo Boss – Coldrerio, Switzerland